Caterina Pasqualin
Conoscevo Giancarlo attraverso la lettura dei suoi libri che esprimevano e tutt’ora esprimono anche il mio sentire, la mia idea di scuola e mi hanno offerto e continueranno ad offrirmi suggestioni e stimoli. MI sono stupita di una sua telefonata nella primavera del 2011 con cui mi proponeva per il Master in management per le scuole dell’autonomia -organizzato dall’Università degli Studi di Macerata la docenza, la supervisione di Project Work degli studenti e componente del team valutatori all’esame finale. Mi sorprese il fatto che conoscesse dettagli della mia esperienza di dirigente scolastica, dell’impegno nell’utilizzo di modelli di TQM nell’istituto che dirigevo e dei riconoscimenti ottenuti da tutta la scuola, dell’attività all’interno di AICQ Education. Non mi sarei mai aspettata una proposta di collaborazione da una persona del suo valore, della sua riconosciuta competenza, con funzioni di grande responsabilità a livello nazionale. Una grande soddisfazione da parte mia ma nel contempo una grande responsabilità per non deludere le sue aspettative.
In occasione dei numerosi Convegni ho apprezzato la sua capacità di affrontare temi anche divisivi, di porre in evidenza le dicotomie, le opposte posizioni ma con l’intento di cogliere sempre le possibilità di tenerle insieme, di mediare, di aprire varchi senza demolire. Spesso, a fine lavori, si intratteneva con cordialità con noi di Aicq per condividere e confrontarsi anche su novità importanti che stavano maturando a livello nazionale ascoltando con interesse i diversi pareri. Ricordo una serata estiva sulle rive del lago Maggiore a Stresa (agosto 2015), dopo una giornata di Convegno a cui lui stesso aveva partecipato come relatore insieme a molti di noi di Aicq e altri colleghi. Eravamo in 5-6 intorno a lui dopo cena desiderosi che ci raccontasse qualche dettaglio dei suoi impegni romani. Era un periodo di grandi cambiamenti nella scuola quali il SNV e le azioni conseguenti quali l’obbligatorietà della formazione in servizio, la costruzione del RAV, del Piano di miglioramento, del PTOF da parte delle scuole… Ma più che parlarci ascoltava molto, chiedeva il nostro parere su diversi aspetti, interloquiva e rielaborava, proponeva azioni coerenti con quei discorsi, con quelle parole. Un intreccio di ruoli e di esperienze. Rimasi stupita dalla quantità di appunti fissati in un suo quaderno, come se non volesse perdere nulla di quello che veniva espresso e proposto.
A dicembre dello scorso anno gli scrissi un messaggio chiedendogli se potevo parlargli per porgli un quesito sulla scuola 1-5 anni. Nonostante fosse in ospedale mi rispose. Io non sapevo che le sue condizioni di salute erano molto gravi. Ho saputo poi che, pure da quel letto, non smise di operare per la scuola.